Bonifico tra familiari, cosa scrivere nella causale per evitare guai col Fisco

Come ci si deve comportare quando si vuol trasferire denaro tramite bonifico a familiari o amici? La causale è molto importante.

Capita spesso vi voler trasferire denaro ai familiari tramite bonifico. E in tanti si chiedono cosa scrivere di preciso nella causale per evitare problemi con il fisco.

Bonifico familiari - www.081.it
Casuale bonifico familiari (fonte: Pixabay)

Bisogna prestare attenzione. Questo perché anche le somme bonificate da genitore a figlio potrebbero apparire al fisco italiano come lesioni di diritti ereditari di altri familiari. Oppure, quando chi versa è un libero professionista, l’Agenzia delle Entrate potrebbe sospettare che il versamento contenga ricavi in nero girati formalmente come regalo da parte di un parente.

Eppure non esistono indicazioni precise su quale debba essere la causale perfetta quando si parla di bonifico fra familiari. E lo stesso succede con le somme bonificate a favore di amici. Di fatto la legge tace riguardo alla dicitura da apportare, dato che la causale non è obbligatoria…

Per non avere problemi con il fisco e con le autorità è comunque consigliabile indicare sempre la causale. Per lo Stato italiano ogni movimento deve essere giustificato ed eseguito con strumenti di pagamento tracciabili.

Cosa scrivere nella causale per evitare guai con il fisco in caso di bonifico tra familiari

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Prestare soldi con bonifico (fonte: Pixabay)

Quando il bonifico è rivolto a familiari, parenti o membri stretti come conviventi, diventa dal punto di vista fiscale una “donazione“. Quindi, per non avere problemi, nella causale è sufficiente indicare che si tratta di un dono.

Per esempio: “Regalo figlio“, “Regalo compagna”, “Regalo fratello”. Ciò permetterà al sospettoso fisco di non immaginare movimentazioni opache, poco lineari o su cui indagare.

La regola è quella di evidenziare con chiarezza la motivazione per la quale si fa il versamento. Per questo conviene evitare giustificazioni troppo generiche, come per esempio “regalo”. È sempre meglio specificare il grado di parentela tra chi versa e chi riceve. Papà, marito, figlio, mamma, eccetera.

Nel caso di un prestito a un amico (se la somma è di modico valore e da valutare in rapporto alle condizioni economiche del donante) è necessario utilizzare la dicitura “Prestito infruttifero per Tizio“. Il nome è importante, perché rivela all’Agenzia delle Entrate che il referente è identico al titolare dell’IBAN su cui arrivano gli euro.

Quanti soldi si possono regalare? In linea teorica non ci sono limiti. Ma le grosse cifre vanno giustificate. Versare dei soldi a un figlio o a un parente in genere costituisce un atto di donazione.

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Quando si versano denari per l’affitto della casa, per delle spese o per il pagamento di un debito si parla invece di donazione indiretta. Una donazione diretta ha una soglia massima attualmente pari a 2.000 euro. Dal 2023 scenderà però a 1.000 euro.

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