I personaggi di Winnie The Pooh soffrono davvero di disturbi mentali?

Winnie The Pooh soffrirebbe di disturbi mentali. L’adorabile orsacchiotto antropomorfo creato dall’autore inglese AA Milne e dall’illustratore inglese EH Shepard e reso poi immortale dalla Disney, secondo alcune teorie sarebbe adorabile solo apparenza. 

C’è infatti chi sostiene che il mondo di Winnie The Pooh possa essere interpretato come un microcosmo simbolico in cui vengono rappresentati gravi disturbi mentali.

Winnie the Pooh soffre di disturbi mentali - www.081.it
Winnie the Pooh (captured)

Questa sconvolgente tesi è stata avanzata dalla dottoressa Sarah Shea e da un team di colleghi pediatri. I ricercatori britannici hanno infatti presentato un lungo studio che si esplica come una vera e propria diagnosi psicologica dei personaggi di Winnie The Pooh.

Uno dei personaggi più noti della letteratura per bambini britannica, che un sondaggio del 2011 ha elevato a icona inglese, può davvero nascondere un inquietante messaggio legato ai disturbi psicologici? Già in passato l’orsacchiotto ha ispirato vari testi per spiegare teorie più o meno complesse. Benjamin Hoff usò i personaggi di Milne in The Tao of Pooh per spiegare il taoismo. Frederick Crews scrisse vari saggi accademici su Pooh per sviscerarne la filosofia.  E ora la dottoressa Shea viene a sostenere che Winnie non sia solo un tenerone che adora mangiare miele e scrivere poesie.

La sua attenta analisi l’ha portata invece e giudicarlo come un sofferente afflitto da un disturbo mentale! Nello specifico, l’orsacchiotto soffrirebbe di deficit d’attenzione e iperattività. E in un certo senso è innegabile: Winnie non riesce mai a mantenere l’attenzione, si distrae, si avvilisce, si perde in fantasticherie. Inoltre, tende ad affogare i propri dispiaceri nei cibi dolci. alimentare!

Secondo la Shea, però, non solo Winnie sarebbe afflitto da un disturbo mentale: tutti i personaggi principali che vivono nel Bosco dei 100 Acri presenterebbero un quadro clinico allarmante. La ricerca pubblicata su Snopes e sul Canadian Medical Association Journal e intitolata Patologie nel Bosco dei 100 Acri: uno sguardo sulla neuropsicologia dell’opera di AA Milne offre uno sguardo impietoso della situazione.

Il già citato Winnie the Pooh soffre di disturbi da deficit di attenzione, iperattività e di disturbo ossessivo-compulsivo. Pimpi è vittima di un disturbo d’ansia generalizzato. Ih-Oh è un depresso tendente alla distimia. Uffa è dislessico. Tappo soffre di un chiaro disturbo da personalità narcisistica. Tigro condivide con Winnie un disturbo da deficit di attenzione e l’iperattività. Il piccolo Christopher Robin, invece, è psicologicamente minato da un disturbo dell’identità di genere.

La teoria secondo cui personeggi di Winnie The Pooh soffrono di disturbi mentali

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L’orsacchiotto Winnie The Pooh è davvero un malato mentale? (captured)

Alla fine della lunga analisi, particolarmente attenta dal punto di vista clinico e scientifico, gli autori lasciano però intendere che la loro teoria non dovrebbe essere presa troppo sul serio. Per la dottoressa Shea si trattava perlopiù di poter arrivare attraverso uno studio strutturato a delle conclusioni apparentemente inconfutabili.

In pratica è stato troppo facile e veloce diagnosticare le patologie dei vari personaggi. E la stessa Shea si è meravigliata di questo risultato. Sì, la dottoressa Shea è riuscita a identificare in alcuni personaggi del mondo di Winnie the Pooh delle manifestazioni tipiche di alcuni disturbi mentali e a lasciar intendere che queste inquietudini potrebbero derivare dalla mente dell’autore. Ma non esiste alcuna prova critica o biografica che ci dica che Milne volesse parlare attraverso la sua fiaba di psicologia o sofferenza mentale.

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Ciononostante è anche vero che Milne partecipò alla Seconda Guerra Mondiale. Combatté in Francia e quando tornò in Patria visse per molti anni in uno stato di depressione. Come uomo, molto probabilmente, soffriva di un disturbo da stress post traumatico. Ma lo scopo dell’autore nello scrivere la sua opera non era certo sensibilizzare la comunità su un tema molto delicato come il disturbo psicologico. L’autore voleva offrire ai suoi piccoli lettori un mondo di armonia e un racconto di tenerezza, dove tutti i personaggi si vogliono bene e si divertono insieme.

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