Inps, l’annuncio: “Ecco l’alternativa al Reddito di Cittadinanza”

L’Istituto nazionale della previdenza sociale risponde al Governo Meloni e all’intenzione di riformulare o addirittura cancellare il RdC. Secondo il presidente dell’INPS esiste un’unica alternativa al reddito di cittadinanza.

Con una lunga intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, il presidente dell’INPS Pasquale Tridico ha voluto mettere in chiaro la posizione dell’istituto sul reddito di cittadinanza.

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Alternativa al reddito di cittadinanza (captured)

Pasquale Tridico ha spiegato che da aprile 2019 a oggi ben 2,24 milioni di nuclei familiari hanno ricevuto il pagamento di almeno una mensilità di Rdc. Quindi un totale di oltre 5 milioni di persone hanno usufruito del sussidio inaugurato dal M5S. L’importo medio Rdc-Pdc (cioè di reddito e pensione di cittadinanza),secondo il presidente dell’INPS, è allo stato attuale di circa 550 euro per nucleo. Dunque la spesa totale per lo Stato è di circa 8 miliardi l’anno. L’investimento statale è ovviamente gravoso, ma secondo Tridico c’è un’unica alternativa al reddito di cittadinanza. E non è affatto dignitosa…

Circa il 20% dei percettori già lavorava“, dichiara il presidente dell’INPS, “ma con guadagni minimi. E non ha smesso di farlo, anzi ha aumentato la propria offerta sul mercato, come abbiamo rilevato nell’ultimo rapporto annuale. Un dato sufficiente a rilevare che il reddito non incentiva a stare sul divano“.

Com’è noto, l’ipotesi principale mossa dal Governo Meloni è quella di riorganizzare il sussidio. Toglierlo, per esempio, a chi ha meno di sessant’anni e può lavorare. Ma Tridico non ci sta e afferma che la sospensione o la cancellazione del RdC sarebbe gravissima. “Per milioni di persone, senza il reddito di cittadinanza rimarrebbe solo la Caritas” conclude Tridico.

Dunque le alte cariche dell’INPS difendono il sussidio voluto dal M5s. E lo fanno attraverso le parole del presidente dell’istituto a Il Fatto Quotidiano. “Esiste la Naspi per chi perde il lavoro, per un massimo di due anni“, continua Trodico. “Ma ricordiamoci sempre che il reddito di cittadinanza oggi per i due terzi viene dato a persone che non possono lavorare (anziani, disabili, minori), o non hanno mai lavorato, o non hanno una storia contributiva recente”.

L’alternativa al reddito di cittadinanza

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Reddito di cittadinanza (fonte: Ansa)

I dati mostrano secondo l’INPS che il programma del reddito di cittadinanza non è affatto statico. In realtà, la misura rivela una mobilità di percezione alta, con tasso di sostituzione di circa il 50%. Ciò significa che non sono sempre le stesse persone a percepire il reddito.

Dall’inizio della misura, infatti, cinque milioni di persone sono entrate nel diritto di percezione e almeno 2,5 ne sono uscite. Esistono casi in cui i percettori hanno continuato a godere del reddito per più di due anni, ma si tratta di minori, anziani, disabili e soggetti che non presentano rapporti di lavoro negli ultimi anni o non ne hanno mai avuti.

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Secondo l’INPS il 20% dei percettori del reddito sono poi working poor a cui viene integrato il reddito. Una percentuale che è aumentata rispetto al 2019, quando era del 18,5%. In più, nel 70% dei casi il percettore è un cittadino con bassa istruzione, difficile da allocare sul mercato. Ecco perché, secondo l’INPS, senza il reddito di cittadinanza, per milioni di persone, rimarrebbe un’unica alternativa: “rimarrebbe solo la Caritas“.

 

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