Reddito di Cittadinanza, sai quanto è costato dalla sua introduzione ad oggi? La cifra

Il Reddito di Cittadinanza è sicuramente il sussidio più discusso nella politica italiana: ecco quanto è costato dalla sua introduzione. 

L’argomento più gettonato dell’ultima campagna elettorale è stato senza ombra di dubbio il Reddito di Cittadinanza. Infatti specie il centro-destra ha considerato questa misura una spesa inutile: quanto è costata davvero.

Reddito di Cittadinanza
Quanto è costato il beneficio pubblico (Via Ansa Foto)

Da aprile 2019 a settembre 2022 i nuclei familiari che hanno ricevuto il pagamento di almeno una mensilità di reddito o pensione di cittadinanza sono stati 2,25 milioni per 5,03 milioni di persone coinvolte (la dimensione media del nucleo è di 2,2 persone) con una erogazione totale di 25,89 miliardi.  A comunicare questi dati ci ha pensato l’Inps all’interno del ‘Report: L’Italia nei dati amministrativi“. A settembre 2022 a fronte di 1,16 milioni di nuclei percettori le persone coinvolte sono state 2,45 milioni.

Inoltre sempre secondo il report l’importo medio erogato è di 582 euro per i percettori di Reddito di Cittadinanza e 282 euro per i nuclei di Pensione di Cittadinanza. La generazione entrata nel reddito o nella pensione di cittadinanza nei primissimi mesi (aprile, maggio, giugno 2019), costituita da circa 860mila nuclei, è rimasta in oltre un caso su due nella misura possibile. Nel dettaglio stiamo quindi parlando fino a settembre 2022, ultimo mese considerato.

Reddito di cittadinanza, è costato quasi 26 miliardi: lo dice un report dell’Inps

Reddito di Cittadinanza
Tutte le cifre sul costo del beneficio pubblico (Via WebSource)

Sul report dell’Inps riguardante il Reddito di Cittadinanza si chiarisce che la percentuale cresce nella coorte successiva. Infatti nella coorte entrata nel secondo semestre 2019, costituita da un numero molto minore di nuclei, pari a circa 248mila, si legge, è rimasta anch’essa nella misura per tutta la durata possibile in oltre un caso su due (144mila nuclei, pari al 58%). Questo significa che circa la metà delle famiglie italiane assistite non è uscita in questi tre anni dalla situazione di bisogno in cui versava nel momento dell’accesso alla misura.

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Inoltre in queste settimane sono in corso di valutazione le ipotesi di modifica alla disciplina attuale. Proprio sul caldo tema il sottosegretario del lavoro, Claudio Durigon, rivolgendosi dal palco dell’Auditorium della Musica alla platea dei manager dell’assemblea nazionale della Cida ha affermato: “Noi non diciamo che il reddito di cittadinanza deve essere represso. Ma che chi può andare a lavorare deve farlo” – ha poi concluso – “Chi percepisce il reddito deve avere la formazione adeguata per rientrare nel mondo del lavoro, non bisogna pensare che non si possono accettare offerte congrue“.

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