Chi era Emanuela Orlandi e perché tutti parlano di lei?

Il nome di Emanuela Orlandi torna a inquietare la cattiva coscienza italiana a quasi quarant’anni dalla sua scomparsa. Su Twitter il suo nome è in tendenza grazie al docu-film di Netflix Vatican Girl.

Emanuela Orlandi era un’adolescenza di cittadinanza vaticana scomparsa misteriosamente da Roma il 22 giugno 1983. Avvistata in più luoghi e tirata in ballo da più personaggi ambigui, la giovane non è stata mai più trovata.

Sparizione Emanuela Orlandi - www.081.it
Chi era Emanuela Orlandi? (Ansa)

Nata il 14 gennaio 1968, Emanuela Orlandi era una ragazza come tante, a cui piaceva cantare e suonare. Stava appunto tornando a casa da una lezione di flauto il giorno in cui è sparita. Era la quarta di cinque fratelli. Suo padre Ercole Orlandi era commesso della Prefettura della casa pontificia. La famiglia era benestante ma non particolarmente ricca.

Per la stampa italiana, la sparizione della Orlandi è uno dei misteri irrisolti più inquietanti della storia nazionale. E questo perché coinvolge una cittadina vaticana e perché dietro la sparizione della ragazza potrebbero celarsi interessi oscuri di malavitosi, grandi funzionari del papato e dei servizi segreti.

Emanuela frequentava il secondo anno del liceo scientifico. E anche se l’anno scolastico si era concluso, stava continuando a prendere lezioni di flauto tre volte alla settimana presso la Scuola Tommaso Ludovico Da Victoria, collegata con il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Ogni tanto partecipava anche al coro della chiesa di Sant’Anna dei Palafrenieri in Vaticano.

Emanuela Orlandi: l’inspiegabile sparizione

Secondo le testimonianze dei fratelli e degli amici, Emanuela si recava in autobus alla scuola di musica. Scendeva dopo poche fermate e poi proseguiva a piedi per poche centinaia di metri. Quel mercoledì 22 giugno del 1983 la ragazza arrivò in ritardo a lezione. Aveva chiesto al fratello Pietro di accompagnarla, per evitare di prendere il bus affollato e troppo caldo. Ma il fratello aveva altro da fare.

Più tardi, sempre quel giorno, Emanuela chiamò a casa per spiegare perché non era ancora rientrata a casa. Parlando con una delle sue sorelle, rivelò di aver ricevuto un’offerta di lavoro da un rappresentante dell’Avon. Non si sa se la Orlandi abbia mai incontrato il rappresentante della Avon. Alcuni amici della ragazza credono che Emanuela abbia effettivamente parlato con un uomo che guidava una BMW scusa, ma solo prima della sua lezione di musica.

Intorno alle 15 di giovedì 23 giugno i genitori di Orlandi hanno chiamato il direttore della scuola di musica per chiedere se qualcuno dei compagni di classe della figlia avesse informazioni sulla ragazza che non era tornata a casa. La polizia aveva suggerito ai genitori di non far partire la denuncia e di non allertare la scuola, dato che la giovane poteva essere a casa di amici. Ma Emanuela non è più tornata a casa.

Ci sono stati numerosi avvistamenti, tante testimoniante. Ma nessuna pista ha aiutato gli inquirenti a ritrovare la giovane scomparsa. Poi, nel 2001, il parroco della Chiesa Gregorio VII nei pressi del Vaticano rinvenne un teschio umano di piccole dimensioni (privo di mascella) in una borsa, in confessionale. Il teschio non è stato identificato, ma in molti pensano che possa appartenere alla Orlandi.

Le teorie avanzate dalla stampa sui moventi del delitto

Manifesti scomparsa Orlandi Roma - www.081.it
La scomparsa di Emanuela (Ansa)

Qualche anno prima Ağca, il turco che sparò a papa Giovanni Paolo II, dichiarò che la Orlandi era stata rapita da agenti bulgari dei Lupi Grigi, ovvero l’organizzazione neofascista turca di cui Ağca era membro. Secondo il turco Emanuela era viva e non in pericolo: viveva in un convento di clausura.

Nel 2011, invece, l’ex membro della Banda della Magliana Antonio Mancini dichiarò che il rapimento di Orlandi fosse stato ordinato alla sua banda per destabilizzare il Vaticano. Cioè per forzare la restituzione di ingenti somme di denaro che i criminali avevano prestato alla Banca Vaticana tramite Roberto Banco Ambrosiano di Calvi. Il rapimento, secondo Mancini, fu coordinato dal boss romano Enrico De Predis detto Renatino.

LEGGI ANCHE: Inside Man 2 si farà? Tutta la verità

L’anno seguente la polizia perquisì la tomba di De Pedis, che si trovava inspiegabilmente nella basilica di Sant’Apollinare. Ossia in un edificio di culto posto accanto alla scuola di musica frequentata dalla Orlandi. Anche l’ex compagna di De Pedis, sentita dagli inquirenti, dichiarò che Renatino era di certo coinvolto nel rapimento di Emanuela. Ma i magistrati non le avevano dato retta. Il famoso esorcista padre Gabriele Amorth affermò poi che la Orlandi era stata rapita da un membro della polizia vaticana. La giovane sarebbe stata forzata a partecipare a dei festini sessuali e poi assassinata. Amorth ha affermato che erano coinvolti anche funzionari di un’ambasciata straniera.

Tante teorie, tante piste, ma nessun dato concreto… Di certo il caso ha subito numerosi depistaggi. Ma chi aveva interesse a nascondere la verità? E perché? Ora che Netflix ha pubblicato una docuserie in quattro parti intitolata Vatican Girl: The Disappearance of Emanuela Orlandi sembra che l’interesse per la questione si sia di nuovo acceso.

Impostazioni privacy