Suicidio Robin Williams, non fu colpa della depressione: la malattia non diagnosticata

Robin Williams, amatissimo attore e comico americano, lasciò senza fiato il mondo intero con la notizia del suo suicidio. Il motivo della morte però, non fu la depressione, era colpito da una grave malattia. 

Il suo volto iconico rimane la rappresentazione ideale dei grandi film degli anni Novanta e Duemila. Con la sua comicità delicata, Robin Williams ha fatto sorridere milioni di persone in tutto il mondo, prestando la sua recitazione a pellicole indimenticabili come L’attimo fuggente, Mrs. Doubtfire, Jumanji e Patch Adams.

Robin Williams morte
L’attore Robin Williams (Foto Instagram)

Un curriculum ricco di infiniti successi, che lo portò ad essere uno degli attori più apprezzati di tutti i tempi. Poi, la tragica fine che sconvolse il pubblico: Robin Williams morì suicida a 63 anni l’11 agosto 2014. La sua scelta venne attribuita fin da subito alla depressione, ma si trattò di un clamoroso errore compiuto dai medici che lo avevano in cura. In realtà, gli specialisti non erano stati in grado di riconoscere la reale patologia che aveva colpito ormai da tempo l’attore americano, attribuendo i suoi sintomi proprio alla depressione.

Gli ultimi anni della vita dell’attore, infatti, furono disturbati da ansie, insonnie, attacchi di panico e paranoie, intensificatisi sempre più nei mesi precedenti alla morte. Soltanto dopo l’autopsia però, come venne svelato al mondo in un documentario dedicato alla sua vita, venne riconosciuta la malattia di cui Robin Williams soffriva: la demenza a corpi di Lewy.

Cos’è la demenza a corpi di Lewy, la malattia che portò alla morte Robin Williams

Robin Williams morte
Robin Williams: la malattia (Foto Instagram)

La reale motivazione del suicidio dell’attore de L’uomo bicentenario, fu la demenza a corpi di Lewy (DLB), una malattia neurodegenerativa con effetti molto gravi. Questa patologia conduce, infatti, ad un deterioramento cognitivo cronico, dovuto a inclusioni cellulari, per l’appunto i corpi di Lewy, situate nel citoplasma dei neuroni corticali.

Una demenza che potrebbe essere confusa, come accaduto nel caso di Robin Williams, con il morbo di Parkinson, in cui invece i corpi di Lewy sono situati nella sostanza nera. Quest’ultimo venne erroneamente diagnosticato a Williams soltanto un anno prima della sua morte.

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La DLB rientra dunque, insieme a Parkinson e Alzheimer, nelle tre più diffuse malattie neurodegenerative al mondo e molti dei suoi sintomi sono in comune con le altre patologie. Se avessimo avuto la diagnosi accurata della demenza a corpi di Lewy, avrebbe avuto un po’ di pace”, affermò al Guardian la moglie Susan Schneider, ripercorrendo gli ultimi tragici mesi dell’attore, caratterizzati da attacchi di panico, paranoie e insonnia.

Dopo l’autopsia, venne scoperto che la malattia era addirittura in stadio molto avanzato, tanto che i medici dichiararono che fosse uno dei peggiori casi mai visti. A nulla son valse le sedute di terapia a cui si sottoponeva 5 volte a settimana l’attore e le lezioni di yoga, perché purtroppo la sua patologia non avrebbe avuto cura. Generalmente la prospettiva di vita per i pazienti affetti da DLB è di circa 8 anni.

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